E perché fanno la differenza tra un impianto ben riuscito e un potenziale disastro
Nel nostro studio, ci capita spesso di accogliere pazienti convinti di aver già fatto tutto il necessario. Arrivano sorridenti, con in mano una vecchia ortopanoramica piegata come una lettera d’altri tempi, o con un CD dimenticato in fondo a un cassetto.
Un giorno, un signore distinto, ingegnere in pensione, ci mostrò orgogliosamente una panoramica del 2007: “Ecco qua, la feci quando mi tolsero il 26. Tutto pronto, giusto?”
Purtroppo no. Da allora erano passati più di dieci anni. L’osso si era riassorbito, la gengiva modificata, le condizioni cliniche completamente mutate.
È proprio da situazioni come questa che nasce il nostro desiderio di informare. Perché in implantologia, la diagnostica non è un dettaglio tecnico. È il fondamento su cui si costruisce tutto il percorso.
La panoramica: utile, ma non completa
L’ortopantomografia – la classica radiografia panoramica – è spesso il primo passo. Mostra una visione globale di bocca, articolazioni e seni mascellari. Ma è un’immagine bidimensionale, quindi limitata.
Non rivela lo spessore dell’osso, né la sua densità, né la distanza reale da strutture delicate come il nervo mandibolare.
Immaginala come la piantina di una casa: ti dà un’idea generale, ma senza altezza, profondità o solidità.
In implantologia, non basta.
TAC Cone Beam: lo strumento che fa davvero la differenza
Il vero salto di qualità diagnostica si chiama TAC Cone Beam 3D (CBCT).
È grazie a questo esame che possiamo:
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Valutare con precisione altezza e spessore dell’osso
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Analizzare la qualità ossea, non solo la quantità
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Individuare patologie silenti come cisti, granulomi o infiammazioni croniche
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Simulare l’intervento digitalmente, prima ancora di iniziare
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Creare guide chirurgiche personalizzate per interventi più rapidi, sicuri e minimamente invasivi
In alcuni casi, utilizziamo anche radiografie endorali periapicali, ideali per monitorare aree specifiche e denti adiacenti.
Perché non si può improvvisare: i rischi di una diagnosi incompleta
Posizionare un impianto senza una TAC è come costruire una casa senza studiare il terreno.
I rischi sono reali:
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Danni a nervi
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Perforazione del seno mascellare
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Scelta errata della posizione implantare
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Infezioni non rilevate
Una diagnostica tridimensionale accurata ci permette di prevenire tutto questo, e di realizzare trattamenti su misura, sicuri e stabili nel tempo.
La differenza si vede, e si sente.
Cosa puoi fare tu, adesso?
Se stai valutando l’idea di un impianto dentale, inizia da qui:
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Chiedi sempre una TAC Cone Beam. Se non è prevista, chiedi perché.
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Controlla la data delle tue radiografie. Quelle troppo vecchie non sono più affidabili.
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Richiedi i file in formato DICOM. Sono lo standard per la pianificazione tridimensionale.
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Esigi un piano chiaro e visuale. L’implantologo deve mostrarti esattamente dove e come verrà posizionato l’impianto.
Vuoi saperne di più? Ti accompagniamo passo dopo passo
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Siamo a Firenze, ma per i nostri pazienti siamo un punto di riferimento ovunque.
Un impianto ben riuscito comincia da una diagnosi precisa.
E una diagnosi precisa comincia da chi ha gli strumenti – e l’esperienza – per farla nel modo giusto.