Ci sono incontri che ci restano impressi. Come quello con un avvocato fiorentino, elegante nei modi e nelle domande. Si era rivolto a noi dopo aver fatto un impianto dentale in una clinica rinomata del Nord Italia. Nulla di apparente fuori posto: il lavoro sembrava eseguito alla perfezione.
Eppure, dopo qualche mese, qualcosa lo turbava. Un fastidio gengivale persistente, un sapore metallico in bocca, una sensazione sottile ma costante che qualcosa non andasse. Aveva già cercato risposte, ma nessuno era riuscito a dargli una spiegazione chiara.
Finché non ci ha fatto la domanda giusta:
“Potrei essere allergico al materiale dell’impianto?”
Una domanda rara, sì. Ma tutt’altro che infondata.
Allergia agli impianti dentali: quanto è davvero possibile?
Gli impianti dentali rappresentano oggi una delle soluzioni più sicure e consolidate in odontoiatria. Ma, come ogni intervento medico, devono essere compatibili non solo con l’osso, ma con l’intero organismo.
Ogni corpo è unico. In alcuni casi, seppur rari, il materiale dell’impianto può scatenare una reazione allergica. Sapere che questa possibilità esiste è il primo passo per evitarla.
Cosa contiene davvero un impianto?
La quasi totalità degli impianti è in titanio, un metallo leggero, resistente e biocompatibile. È utilizzato anche in ortopedia e cardiochirurgia. Ma negli impianti dentali il titanio è spesso una lega: può contenere alluminio, vanadio o altri metalli che, in soggetti sensibili, possono provocare reazioni immunitarie.
Anche se è raro, esistono casi documentati di ipersensibilità al titanio stesso. E quando succede, il disagio può essere reale e persistente.
Come riconoscere i segnali?
I sintomi non sono sempre immediati. Spesso si presentano in modo subdolo, confondendosi con altri problemi comuni. Ma se dopo un impianto noti:
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Gengive gonfie, rosse o dolenti
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Sensazione di bruciore o corpo estraneo
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Gusto metallico in bocca
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Mal di testa frequenti, stanchezza o difficoltà a concentrarti
…allora è il momento di approfondire. In particolare, se hai già avuto reazioni a metalli, come gioielli o piercing.
I rischi di ignorare il problema
Un impianto non tollerato può fallire nel tempo. L’osteointegrazione può interrompersi, costringendoti a rimuovere l’impianto, iniziare una nuova terapia e affrontare costi, tempi e stress aggiuntivi.
Ma la buona notizia è che prevenire è possibile. Con gli strumenti giusti e un team attento, puoi affrontare la riabilitazione implantare con serenità.
I nostri consigli, chiari e pratici
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Raccontaci la tua storia clinica: anche una vecchia reazione a un orecchino può essere un’informazione preziosa.
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Richiedi un test di compatibilità: i patch test rilevano eventuali sensibilità ai metalli più usati negli impianti.
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Valuta la zirconia: impianti completamente privi di metallo, eleganti, resistenti e ad alta tolleranza biologica.
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Ascolta il tuo corpo: segnala ogni anomalia, anche minima, nei mesi successivi all’intervento.
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Scegli lo studio giusto: al Studio Guasti Massai Ferraro Selvaggi crediamo in una medicina su misura, attenta alla tua unicità.
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Un impianto non è solo tecnica. È fiducia. È ascolto. È un trattamento che deve durare negli anni e rispettare chi sei.
Al tuo sorriso, pensiamo noi.